3 luglio 2008

NO.


Due lettere, una parola. Semplice da pensare, difficilissima da pronunciare.
Almeno per me.
Ho un blocco.
Ogni volta che la dico mi balenano nella mente sensi di colpa, paura di ferire la persona a cui è diretto il no, paura di piacere di meno proprio per averlo pronunciato.
No è categorico, non ammette repliche, è definitivo e io non riesco mai a essere così.
E cosa ottengo? Una bella gastrite perché, non dicendolo, mi inkazzo. Con me. Per essere così insicura, per dare troppo valore al giudizio degli altri, per farmi manipolare sempre e comunque.
Voglio uscire da questo tunnel.
E gridare a gran voce NO.

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