28 gennaio 2009

Io dico no.

Oggi mi è nuovamente arrivata su FaceBook la richiesta di adesione al gruppo "Rispettiamo Eluana".
Per smettere di farla soffrire.
Io non posso accettare, non posso essere d'accordo.
E non per motivi etici o religiosi come chi mi conosce potrebbe pensare (non mi sembra la sede adatta).
Ma perchè so cosa vuole dire, ci sono passata.
27 maggio 1996, ho 15 compiuti da poco, vado a pranzo alla nonna, come tutti i giorni.
Entrando passo davanti alla stanza di mio zio, (assicuratore di lavoro, figo di natura, fuma le Malboro rosse e ha una ciocca di capelli biondi che spunta tra la sua chioma castana), è a letto, cosa strana dato che dovrebbe essere a lavorare.
Domando alla nonna come mai sia a casa e mi dice che la sera prima si sentiva poco bene e si era preso la mattina libera.
Porto fuori il cane, mangio e poi vado a casa.
Carlo dorme ancora.
Al pomeriggio vado a lezione di greco, la mia croce per tutti gli anni del liceo, come ben ricorda GrandeAmica!
All' uscita trovo, stanamente, mio papà che è venuto a prendermi.
Ha una faccia strana, lo vedo dal cancello.
"Che succede?"
"Niente, sono venuto a prenderti..."
...
"La mamma?"
"Mamma è in ospedale"
"Cosa??"
"Carlo non stava bene"
Aneurisma cerebrale.
La situazione è ancora più grave in quanto era già in coma da chissà quanto in casa.
Coma profondo.
Tra la vita e la morte fino a fine giugno.
Tracheotomia d' urgenza, bypass gastrico.
Poi si stabilizza, ma è sempre in coma.
A fine giugno lo trasferiscono al reparto di fisioterapia.
Fa ginnastica, cercano di farlo parlare.
Una volta al giorno mangia cibo vero, vado io, a pranzo, a darglielo: minestrina, frittata, pesce, mela cotta, budino, beve con la cannuccia.
Mi guarda, diritto negli occhi, fa il gesto di dare baci.
Poi arriva luglio, il reparto chiude.
Lo spostano all' ospedale San Camillo di Venezia.
A Venezia non ci sono macchine, e nemmeno ambulanze, solo barchette travestite.
Su una di queste barchette, mio zio, che era in ripresa, prende la polmonite.
Non contento questa "semplice" polmonite diventa polmonite ab ingestis (http://ok.corriere.it/dizionario/enc5834.shtml).
Ricade in coma, è Agosto.
Un giorno io e mio papà lo andiamo a trovare, ce lo fanno vedere da un monitor, legato con le cinghie, tossiva.
Mia mamma, sua sorella, a questo punto non ne può più di quell' ospedale di delinquenti.
Minaccia di denunciare tutti e loro, prontamente, lo riportano, in elicottero, a Bologna.
Morale: stato vegetativo.
Lo spostiamo in una casa di cura per lungo degenti, Villa Laura.
Tutti i pomeriggi mia nonna va a trovarlo, gli parla, lo coccola.
Io cerco di andarci un giorno sì e uno no, in alternanza con mia mamma.
Durante il resto del giorno c'è una signora che lo accudisce, gli lava i capelli, gli da da bere, lo cambia.
I malati in questo stato non hanno funzioni cognitive, non parlano, ma si muovono stanno con gli occhi aperti e mangiano.
Mi dicevano che mio zio non capiva ma, ogni tanto, mi guardava e piangeva.
Il 15 maggio del 2000 ha avuto un attacco epilettico, conseguenza di tutto quello che ha avuto, ed è morto.
I primi a scoprirlo siamo stati io e mio papà, ce eravamo andati a trovarlo.
Era successo qualche ora prima, ma la casa di cura non era riuscita a contattarci.
Nonostante sapessi che poteva succedere una cosa del genere, per me fu uno choc.
Stava male da quattro anni, la vita con lui, in ospedale prima e in casa di cura poi, era sicuramente complicata, ma darei non so cosa per riavere anche solo uno di quei giorni complicati.
Per questo io dico no.

3 commenti:

Tintarella di... Luna ha detto...

Lo so Sally io ti capisco,capisco il tuo dolore,ma prova ametterti nei panni di uno zio Carlo qualunque e pensa che forse chissà,non vorresti vivere in quelle condizioni,perchè quella non è vita,è solo attesa,attesa che arrivi la morte,che l' unica cosa che puo liberarti.La vita è fatta per essere vissuta,non per farsi vivere e attendere che un giorno tutto finisca.

SerialLicker ha detto...

e chiunque ha il dovere di rispettare il tuo no
comunque la pensi

(che se ci pensi, la cosa più odiosa sono loro tutti che ci parlano sopra e giudicano e pontificano, in un verso o nell'altro, mentre un uomo e sua figlia stanno vivendo l'invivibile)

GlitterVictim ha detto...

Strano che questa richiesta su FB non mi sia ancora arrivata, solitamente io non aderisco a gruppi di questo genere, facebook è un luogo di divertimento mi sembra irrispettoso nominare Eluana in un luogo del genere.
Anch'io non avrei accettato.